Tours

Antichi teatri della Vallesina
prezzo

€350

Paesaggio
3/5
Cultura
5/5
Percorso
4/5
Antichi teatri della Vallesina

L’itinerario è un percorso che si sviluppa nelle strade collinari che percorrono la Vallesina. I luoghi di interesse del Tour sono Monte Roberto, Montecarotto e Poggio San Marcello.

I tre borghi ospitano i teatri più caratteristici e meglio conservati della Vallesina. Il percorso tematico dei musei si estende anche a Maiolati Spontini, città del compositore Gaspare Spontini. Conoscere i grandi musicisti e cantanti significa indagare anche i luoghi dove essi hanno vissuto e amare i loro cimeli e documenti.

La visita comprende il Museo Gaspare Spontini, già dimora del compositore, la casa natale, la tomba del maestro e il Parco Celeste Erard voluto dalla moglie del maestro.

Il tour ci porta poi a scoprire tre interessanti teatri:

Teatro B.Gigli di Monte Roberto

Una elementare struttura teatrale a Monte Roberto risale al 1816. In un primo tempo non un vero e proprio edificio teatrale, ma la definizione di un palco e delle panche nella sala principale della casa del Governo. L’iniziativa fu di pochi nobili del paese per il sostegno della spesa.

Lo spazio destinato al teatro è di modeste dimensioni. La pianta è impostata su una curva troncata alle estremità dal boccascena. Lungo la curva sono disposte le colonne di sostegno del ballatoio. Il primo progetto, poi modificato con il restauro del 1920, presentava un sistema di palchetti di legno incastrati fra le colonnine. Le colonne erano in mattoni rivestite di legno, poi sostituite da colonnine di legno dipinto.

Il ballatoio era suddiviso in palchetti scoperti. Da sottolineare un dato interessante e cioè l’originalità dell’impostazione di questo teatro che non ricalca i canoni del teatro all’italiana, ma piuttosto quelli della sala alla francese, tenuto conto che la costruzione avvenne durante il periodo napoleonico, ma la scelta di questo impianto architettonico alla francese è dovuto anche al fatto che, appunto come in Francia, la sala doveva essere polivalente, dotata di attrezzature semplici ed equivalenti per ogni destinazione d’uso, così da consentire una agevole trasformazione. Anche la struttura a ballatoio, con i palchetti separati da ringhiere richiama gli stilemi francesi così diversi dalla struttura italiana con i palchi ad alveare.

Teatro Comunale di Montecarotto

Nella seconda metà dell’800 si demolì il vecchio teatro e si procedette alla edificazione del nuovo che, iniziato su progetto dell’architetto jesino Raffaele Grilli il 16 aprile 1872, fu inaugurato l’8 settembre 1877 con l’opera lirica “Maria di Rohan” di Gaetano Donizetti.

La sobria facciata esterna ha un caratteristico porticato, scandito da colonne in laterizio, mentre l’interno è stato riccamente decorato dal pittore senigalliese Giulio Marvardi. Il teatro ha una chiara intonazione allegorica e floreale, con dorature e semidorature che conferirono agli interni un aspetto prezioso e raffinato.

La sala degli spettacoli ha una pianta con curva “a campana” o a ferro di cavallo, rivelatasi già all’inizio dell’Ottocento più congeniale della forma circolare, perché facilitava la “buona visione” del palcoscenico agli spettatori del settore più concavo dei tre ordini. Le gallerie sono divise in palchetti da scomparti, secondo lo schema “ad alveare” che risale al barocco, con tre ordini di palchi per un totale di 38 unità.

Il Teatro si caratterizza per la decorazione dei parapetti a fascia, mentre il boccascena è delimitato da coppie di paraste di stile corinzio, e concluso da un architrave dipinto a finti cassettoni. Il soffitto presenta immagini di stile classico alternate con ornamenti floreali che Marvardi aveva appreso dal maestro Mantovani. Dal 2001, dopo un importante restauro, il teatro vive una nuova stagione di splendore.

Teatro P. Ferrari di Poggio San Marcello

Nella parte più bassa dell’interno del paese, presso l’antico ingresso si erge un corpo di fabbricato di due piani, ricostruito nel 1700 dall’ architetto Capponi di Cupramontana, è la sede comunale.

La facciata si compone di un porticato a quattro archi che immettono al portone di ingresso. Dagli uffici del pianterreno parte una scala guidata da una elegante balaustra in travertino che porta al primo piano, ove sono situati l’ufficio del sindaco e la sala consiliare, ampia, quadrata, elegante, areata da quattro finestra. Il soffitto, alto, spazioso, a volta, decorato artisticamente, offre agli angoli quattro medaglioni: l’arma Sabauda, quella Provinciale, quella del Mandamento e quella del Comune (un leone rampante entro la corona floreale).

Vi appaiono, in comparti, la Forza, l’Abbondanza, la Scienza, e la Musica. Altre decorazioni e mascheroni esaltano l’arte scenica. Incisi sul muro si leggono motti inneggianti alla virtù, al lavoro, al rispetto delle leggi, all’ amore. Notevoli i quattro medaglioni rappresentanti i poeti italiani del secolo d’oro. La pavimentazione della Sala Consiliare, ancora in buonissimo stato fu eseguita a disegno, con materiale colorato e a sagoma, di ottima argilla della secolare industria locale risalente al 1738. La sala ha annesso il palcoscenico, orgoglio dei nostri avi, per spettacoli di compagnie e giocolieri. I lavori di restauro svolti di recente hanno comunque lasciato intatta la facciata, la scalinata ed il salone consiliare.

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